Ancora sullo zucchero: la tentazione che fa male
Ritorniamo a parlare di zucchero, uno dei nemici “numero 1” del cervello.
Questa volta lo spunto arriva dai risultati dello studio internazionale condotto dal 2004 al 2015 dall’Imperial College di Londra e del Brainnetome Center, Institute of Automation presso l’Accademia Cinese delle Scienze di Pechino - pubblicato su Diabetologia - che ha coinvolto 5.189 persone con età media di 66 anni, in maggioranza donne.
Gli zuccheri sono contenuti nella maggior parte degli alimenti e servono per dare energia prontamente disponibile per svolgere compiti fisici e mentali. Ma l’assunzione di zuccheri raffinati (presenti nei cibi dolci) provoca un’impennata della glicemia (livelli di zuccheri nel sangue) e un’attivazione del pancreas per il rilascio dell’insulina, l’ormone che regola i livelli di glucosio nel sangue.
Quando l’assunzione di zuccheri è eccessiva o irregolare (mangiucchiare dolci fuori dai pasti), il controllo glicemico da parte dell’organismo può risultare inadeguato con conseguenze gravi per l’organismo, come la glicazione dell’emoglobina (le molecole di zucchero si legano all’emoglobina, riducendone la sua funzione di trasporto dell’ossigeno nelle cellule del corpo).
La ricerca ha evidenziato che coloro che avevano i livelli più elevati nel sangue di emoglobina glicata (sigla: HbA1c) avevano evidenziato i risultati peggiori nei test cognitivi.
Dai rilevamenti incrociati tra le funzioni cognitive e il controllo glicemico, è emerso che più erano elevati i valori di emoglobina glicata — indice di un pessimo controllo glicemico -, più rapido era il declino cognitivo dell’individuo rispetto a coetanei che invece avevano un migliore controllo glicemico.
Il declino delle abilità mentali si è manifestato con un precoce deterioramento delle funzioni esecutive (capacità di organizzare, pianificare ed eseguire compiti mentali, risolvere problemi) e della memoria.
Il dato più importante dell’indagine è legato al fatto che l’accelerazione del declino cognitivo non è stato dimostrato solo nei pazienti diabetici, come già emerso da altre ricerche, ma anche in quelli sani che avevano semplicemente alti livelli di emoglobina glicata.
I risultati indicano che gestire correttamente la glicemia (soprattutto quella ‘glicata’), può rallentare il declino cognitivo non fisiologico, dovuto ad un errato controllo dell’assunzione di zuccheri.
31/01/2021 10:37:36