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Non è possibile fermare le onde, ma possiamo imparare a fare surf


Non è possibile fermare le onde, ma possiamo imparare a fare surf

Chi l’ha detto?

Si tratta del biologo statunitense Jon Kabat-Zinn, conosciuto a livello internazionale per i suoi studi e le applicazioni cliniche basati sulla mindfulness.

Per approfondire questo tema non basterebbe un’intera enciclopedia, ma il messaggio racchiuso nelle sue parole può essere un interessante spunto di riflessione.

Spesso il nostro stato d’animo è influenzato dal modo in cui interpretiamo gli eventi che accadono e questo dipende dalle convinzioni che sviluppiamo nel tempo.

Se, ad esempio, siamo convinti di non essere abili con i numeri, sarà probabile che di fronte ad un’attività che richiede l’uso di calcoli, il nostro atteggiamento iniziale sia di ritrosia e, magari, si accompagni ad una sensazione di ansia e disagio.

Più la convinzione è profonda, più sarà probabile incappare in situazioni che confermano la nostra credenza di incapacità (“effetto specchio”): la chiusura mentale di fronte al compito farà calare il livello di concentrazione, la convinzione di non farcela inciderà sulla motivazione.

Risultato?

Non riuscendo a portare a termine con successo l’attività, rimarremo fedeli alla convinzione di partenza fino al punto di rinunciare a metterci in gioco in futuro.

Nel 1957 lo psicologo sociale Leon Festinger formulò la teoria della “Dissonanza Cognitiva” per spiegare come gli esseri umani tendano a ricercare situazioni in cui le proprie idee, rappresentazioni e comportamenti siano tra loro coerenti.

Al contrario, quando gli stimoli appaiono incoerenti con ciò che crediamo, si attiva uno stato di disagio psicologico che porta l’individuo a cercare di risolvere tale dissonanza.

Tornando all’esempio dei numeri: la dissonanza tra il desiderio di portare a termine l’attività (“vorrei trovare la soluzione al problema”) e la valutazione delle proprie capacità (“non sono in grado di affrontarlo con successo”) potrebbe portare la persona a decidere falsamente che il compito non sia così importante.

Ma come si legano dissonanza cognitiva e Ginnastica Mentale®?

La risposta può essere sintetizzata in: gradualità degli esercizi. È proprio questo aspetto che permette di ridurre la percezione di dissonanza e di sostituire l’atteggiamento di rinuncia (“non sono capace”) con un atteggiamento mentale orientato alla proattività (“ci provo”).

Proprio come i surfisti imparano a seguire il movimento delle onde per poterle cavalcare con successo, così noi, attraverso il graduale allenamento delle abilità mentali, possiamo sviluppare una più efficace padronanza del nostro assetto mentale e raggiungere così un maggior benessere psicologico.

Dott.ssa Nicoletta Porcu - psicologa, psicoterapeuta e Brain Trainer Assomensana a Lodi e Piacenza


18/04/2022 11:03:59

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