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Ma quale crisi di mezza età!


Ma quale crisi di mezza età!

Per i nati nel 1965 (e dintorni) si prospetta un momento d’oro.

Studi recenti dimostrano infatti che a 50 anni l’intelligenza aumenta e si moltiplicano le possibilità di avere successo nella vita, nel lavoro, nelle relazioni. Sapevamo già che ciuffi brizzolati e rughe sul viso sono l’eredità visibile di mezzo secolo di esperienze, che formano un inestimabile bagaglio di conoscenze. Ora i ricercatori hanno misurato l’aumento del quoziente intellettivo, per dare una spiegazione scientifica a questa “età dell’oro”.  

Cinquant’anni è un’età che fa da spartiacque. Da un lato l’invecchiamento mentale comincia a mostrare i suoi effetti: compaiono i primi deficit di memoria (soprattutto a breve termine), i livelli di attenzione e concentrazione calano, la mente è meno reattiva e scattante. L’elaborazione di nuove informazioni richiede più tempo di prima. D’altro canto, si è ancora nel pieno delle attività, si è ancora operativi nel lavoro e si svolge un ruolo prezioso anche in famiglia. Si possiedono tutte le risorse e le potenzialità per compensare le prime perdite cognitive.

Crederci è fondamentale: secondo uno studio condotto all’University of Pennsylvania di Philadelphia (Usa), la motivazione è uno stimolo importante. I ricercatori hanno esaminato il quoziente intellettivo di 2000 persone sottoposte a diversi test di intelligenza e hanno constatato che, sottoponendoli a incentivi psicologici, i punteggi di QI aumentavano.

Due studi indipendenti, uno condotto in Germania e l’altro in Gran Bretagna, mostrano che a partire dal cinquantesimo compleanno e per i 6 anni successivi, il livello di intelligenza aumenta progressivamente. Un’osservazione che riprende in parte la teoria dello psicologo James R. Flynn elaborata negli anni Ottanta, e da allora chiamata “effetto Flynn”, secondo cui la popolazione di alcuni Paesi guadagna 3 punti di quoziente di intelligenza ogni decennio. Le analisi rivelavano variazioni positive nei risultati conseguiti di anno in anno nei test per la misura del QI (da 5 fino a 25 punti, a seconda dei Paesi).

La cultura non c’entra. La spiegazione più semplice sarebbe che l’intelligenza aumenta con il livello culturale. Tuttavia, negli studi il miglioramento è risultato più marcato nei test che misuravano l’intelligenza cosiddetta “fluida” rispetto a quella “cristallizzata”. La prima è la capacità di risolvere i problemi usando il ragionamento, indipendentemente dalle conoscenze acquisite. La seconda è l’insieme di competenze cognitive che si costruisce nel tempo e poi si sedimenta nella mente, aiutandoci ad affrontare problematiche e questioni attingendo alle informazioni acquisite. In altre parole, l’intelligenza fluida è la capacità logica, che cede alle lusinghe del tempo che passa, andando incontro a un progressivo declino. Quella cristallizzata rimanda alla saggezza, frutto di esperienze, conoscenze e abilità conseguite negli anni: cresce con il tempo, formando un patrimonio cognitivo sempre più ricco. 


01/05/2016 08:54:40

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