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Il lavoro della memoria sensoriale: udito


Il lavoro della memoria sensoriale: udito

Nel precedente articolo abbiamo visto come il gusto possa attivare la memoria verbale. Siccome le vie di accesso alla memoria sono almeno 5 e corrispondono ai 5 sensi, in quest'ultimo articolo parliamo dell'udito.

L'udito, a ben pensarci, è la via di accesso sensoriale più precaria e più recente in termini di sviluppo evolutivo.

E’ precaria perché l’apparato uditivo è formato da una struttura anatomica delicata che declina negli anni più degli altri sensi. A livello evolutivo, il genere umano ha affinato questo senso abbastanza recentemente rispetto agli altri.

Solo negli ultimi millenni della nostra storia, che risale a 5 milioni di anni fa, abbiamo sviluppato un linguaggio sofisticato tale da permetterci di creare gruppi sociali complessi e un’intelligenza al di sopra di ogni altra specie.

All’udito si associa la memoria verbale che, rispetto a tutte le altre, si posiziona agli ultimi posti in termini di efficacia. Infatti, è vero il detto “se sento dimentico, se vedo ricordo, se faccio imparo”.

Quando ascoltiamo un’informazione il sistema mentale è impegnato a comprendereciò che ascolta, impiegando un’elevata quota di energia che viene sottratta alla memorizzazione.

Si aggiunga che molta dell’informazione che accresce il nostro patrimonio culturale viene veicolato proprio verbalmente; pensiamo alle lezioni scolastiche, alle notizie ascoltate alla radio e in tv, ai racconti fatti dalle persone.

Se è vero che la memoria conserva meno del 10% di ciò che apprende, quindi più del 90% finisce nell’oblio, l’apprendimento verbale subisce un destino ancora più marcato.

Cosa fare?


14/11/2021 12:11:35

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