Questo sito può far uso di widget di terze parti che utilizzano i cookies.
Per maggiori informazioni leggi la nostra cookie policy
La memoria della forchetta


La memoria della forchetta

Cos’è una forchetta? A cosa serve?

Non abbiamo dubbi, la risposta è rapida e veloce. Ma non per tutti. Le persone affette da disturbi della memoria semantica non saprebbero proprio dire a cosa serve una forchetta, ma sarebbero in grado di utilizzarla.

Come mai?

Questo strano fenomeno è dovuto a due memorie distinte: la memoria semantica, che ricorda i concetti, l’uso degli attrezzi, i ragionamenti e la memoria procedurale, che ci serve per andare in bicicletta, utilizzare le posate, digitare il PIN sulla tastiera del bancomat eccetera.

Quando apprendiamo una nuova informazione, come un numero di PIN, inizialmente utilizziamo una strategia logica, associativa o similiari. Queste attivano la memoria semantica (situata prevalentemente nel lobo temporale), che immagazzina il numero con regole astratte.

A furia di ripetere il movimento delle dita, la memoria semantica si trasforma in memoria procedurale (gangli della base, al centro del cervello). In questo modo, i significati perdono la loro connotazione per diventare automatismi.

Gli automatismi aiutano la mente ad essere più veloce e a risparmiare energia.

Cosa succederebbe se ogni volta dovessimo pensare a cosa serve una penna, come vestirci, quale strada fare per tornare a casa?

Inserire il ‘pilota automatico’, cioè avvalersi della memoria procedurale, consente di risparmiare tempo ed energia (cit. Alberto Oliverio).

E non solo. Le due memorie cooperano tra loro. Infatti, la memoria procedurale rappresenta anche una strategia per potenziare la memoria semantica: è più facile ricordare un articolo, come quello che state leggendo, se scrivete e prendete appunti rispetto alla sola lettura.

Provate a scrivere a 4-5 parole correlate al significato del testo.

Intervenire durante la lettura per sottolineare o scrivere, attivando la memoria procedurale – facilita il potenziamento della memoria rispetto alla semplice lettura. Con questo metodo, la memoria procedurale si coordina con quella semantica e il ricordo viene rinforzato.

A proposito, un vecchio adagio recita: “se sento dimentico, se vedo ricordo, se faccio imparo”.

Prof. Giuseppe Alfredo Iannoccari - neuropsicologo, presidente di Assomensana, docente all'Università di Milano


01/07/2023 11:11:15

PATROCINI & SPONSOR