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La dieta è questione di testa


La dieta è questione di testa

La maggior parte delle persone ha una buona conoscenza dell’alimentazione, grazie ad una crescente sensibilità verso la nutrizione, la buona tavola e ai numerosi programmi di cucina che stanno riscuotendo un enorme successo di pubblico.

Tuttavia, nonostante le informazioni di cui disponiamo, le persone fanno fatica a mantenere un regime alimentare sano e adeguato.

E non parlo della dieta legata alla forma fisica per la prova costume, ma ad un’alimentazione che aiuti semplicemente a star bene e a prevenire le patologie alimentari.

A parte il poco tempo a disposizione per preparare i pasti, la vendita di ’cibi spazzatura’, l’americanizzazione dell’alimentazione, ciò che osteggia una sana alimentazione è principalmente la ‘tara’ mentale che ci fa utilizzare il cibo come moneta di ‘compensazione’ psicologica.

Si mangia non per nutrirsi, ma per dare sfogo a stress, ansia e tutti quegli aspetti legati alla sfera psichica. O per la errata convinzione che mangiare equivale a star bene.

Cosa fare?

A parte i trucchetti che già sappiamo (mangiare lentamente, utilizzare molte verdure ecc.), tre espedienti psicologici limiterebbero i danni:

  1. mettere davanti a se solo il cibo che si mangerà, evitando di spiluccare dalla tavola o continuare a riempire il piatto dalle padelle e dal frigo;
  2. ascoltare le sensazioni che arrivano dalla pancia e non dalla gola. La pancia si riempie quasi subito, mentre la gola pretende altro cibo;
  3. scrivere post-it e metterseli davanti a tavola, per ricordare che esagerare fa male, mangiare bene invece aiuta a vivere a lungo e meglio.

Inutile stressarsi con diete ed estenuanti yo-yo.

Le cellule adipose hanno una sorta di ‘memoria’ che tende a ripristinare la forma originaria a seguito di una dieta dimagrante ad azione veloce.

Anche l’atteggiamento verso il cibo è ancora legato ad aspetti culturali difficili a modificarsi.

Il cibo per noi italiani è un fatto sociale, è un modo per stare insieme, per compensare le ansie e celebrare i lieti eventi. Nulla a che vedere con un concetto di alimentazione rivolta al nutrimento.

Per questi motivi, ritornando al titolo, la dieta è una questione di testa, solo modificando gli atteggiamenti possiamo modificare i comportamenti legati al cibo.

In metafora, l’atteggiamento è il generale, mentre il comportamento è il soldato.

L’atteggiamento deve attivarsi prima del comportamento: prima di iniziare a mangiare si decide quale strategia adottare per gestire i comportamenti.

Se la strategia è di nutrirsi, si adotteranno comportamenti che vanno in quella direzione.
Se l’atteggiamento è di utilizzare il cibo come ‘compensazione emotiva’ o come ’elemento di socializzazione’ o peggio ‘nessuna strategia’, i comportamenti saranno disordinati e senza controllo.

Per impostare il giusto atteggiamento, si deve adottare un meccanismo di ’Stop & Go’, ossia fermarsi prima di sedersi a tavola e pianificare il pasto con la giusta strategia nutrizionale.

In un mese, questo meccanismo diventerà automatico, consentendo di sedersi a tavola avendo le idee ben chiare su cosa si vuole mangiare.

Così, la dieta diventerà un momento di pianificazione e di strategia preordinata, in cui la gestione dei comportamenti legati al mangiare passa dalla gola alla testa!

Prof. Giuseppe Alfredo Iannoccari - neuropsicologo, presidente di Assomensana, docente all'Università di Milano


16/10/2023 11:12:43